Nato ad Avellino e cresciuto a Napoli, Girolamo Panzetta ha trovato fortuna dall’altra parte del globo:è infatti un conduttore televisivo, attore, scrittore e doppiatore italiano che vive in Giappone, dove ormai è una vera star dalla metà degli anni ’90. Nel paese del Sol Levante, Panzetta è dappertutto tanto che in un sondaggio è risultato essere il secondo italiano più famoso dopo Leonardo da Vinci! Da bravo guagliò partenopeo ha saputo farsi conoscere in molteplici settori: Tv giapponese (dai telefilm ai programmi di cucina), riviste di moda, ristorazione (soprattutto come testimonial di pane, pizza e companatico italiano in Giappone). Doppiatore dell’auto italiana nella versione giapponese di Cars – Motori ruggenti, Panzetta sarà pure lo stereotipo caricaturale dell’italiano rumoroso e simpaticone all’estero, ma la sua è senza dubbio una storia di successi e conquiste oltreoceano, che gli sono valsi nel 2006 il titolo di “Cavaliere dell’Ordine della Stella della Solidarietà Italiana. Chapeau!

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LEON covers with Girolamo Panzetta

PUNTO DI VISTA WAKAPEDIA

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Girolamo Panzetta for web Kadokawa.jp

Un personaggio da stimare.

In Giappone è un volto noto e molto amato e viene descritto come il tipico latin lover italiano amante di belle donne, buon cibo e moda, ma molti suoi connazionali proprio non lo sopportano perché hanno l’impressione che dia una cattiva immagine, un po’ esagerata e stereotipata, dell’italiano all’estero. Critiche infondate, a mio parere, e frutto di un po’ d’invidia. Avendo avuto la fortuna di conoscerlo di persona, posso affermare che Giro (nomignolo per gli amici) è davvero una persona in gamba e da apprezzare. Resta però il fatto che non tollero i suoi ritardi cronici e i due di picche che immancabilmente rifila all’ultimo minuto quando dobbiamo vederci. Soooo Italian!

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Panzetta sponsoring Italian pizza in a Japanese TV spot

Sara Waka:  Ciao! SonoSara Waka, come ti chiami?

Girolamo:  Giro, hajimemashite!

Sara Waka:  Non è vero, non vuoi dire il tuo vero nome perché in Italia ti prendono in giro!

Girolamo:  Mi chiamo Girolamo Panzetta.

Sara Waka:  Ci vuoi spiegare cosa fai?

Girolamo:  Difficile riassumere in poche parole cosa faccio…potrei dire solo una cosa: do la felicità alle persone!

(risate)

Sara Waka:  A tutte le donne vorrai dire!! (ammiccante)

Girolamo:  Beh certamente…ma direi anche agli uomini ultimamente.

Sara Waka:  Ah! Ma Giro! Le donne non ti bastano??

Girolamo:  Nooo, non fraintendermi! Mai stato con un uomo; anche se ho dormito spesso con uomini non li ho mai toccati! Io parlavo del giornale a cui lavoro (LEON, ne sapremo di più qualche riga più in basso, ndr)

Comunque, partendo dal principio: vivo in Giappone da 25 anni e lavoro nel settore della moda, televisione, radio…tutto ciò che fa comunicazione, che è la cosa più bella che si possa fare: comunicare con le persone. Quando ero a Napoli comunicare con le persone significava parlare con la gente anche se non la conoscevo: per strada, davanti alla fermata di un pullman…poi questo è diventato un lavoro!

Sara Waka:  Un lavoro?

Girolamo:  Certo, anche perché io ho iniziato a lavorare alla tv giapponese dando lezioni di italiano. L’ho fatto per dieci anni ed è stato un modo per rompere un po’ gli schemi giapponesi. La NHK, che sarebbe un po’ la Rai del Giappone, ha sempre avuto l’immagine istituzionale che per insegnare una lingua ci volesse un professore universitario, un letterato…era un’immagine statica e ufficiale. Io ho cercato di rompere questo concetto e ho creato un varietà: un programma divertente che stimolava le persone a guardare la TV, che poi studiassero l’italiano o no, non erano fatti nostri!

Sara Waka:  Io mi ricordo i tuoi programmi, erano davvero divertentissimi.

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Gokurakuitariajinninaruhoho: Panzetta’s book cover about Italian people in Japan

Girolamo:  Sì, era quello lo scopo. E poi quel programma mi ha dato la possibilità di iniziare a vestirmi bene. Anche se la TV giapponese dava quattro soldi per i vestiti dei presentatori, però anche con quel poco ho iniziato a comprare vestiti coloratissimi e a fare eccentrici abbinamenti. E da questo, hanno iniziato a notarmi dal settore della moda, e così è iniziata un’altra parte della storia. Mi hanno chiesto di indossare in tv i loro abiti e penso di essere stato l’unico presentatore che poteva mettere in tv brand e loghi a vista, senza che venissero coperti con lo scotch. E allora ho iniziato a fare pubblicità a vari stilisti, tutto a gratis, ma in cambio ricevevo un sacco di vestiti perché la visibilità che davo io lavorando per la Rai giapponese era molta. Da lì ho iniziato a lavorare per tanti giornali di moda e mi sono creato la mia immagine. E poi ho scritto il libro “Il Paradiso degli italiani” (titolo originale “Gokurakuitariajinninaruhoho”, ed. PaperbackBunko, ndr) e abbiamo venduto due milioni di copie. Lì mi riferivo un po’ al De Crescenzo italiano e cercavo di avvicinare cultura italiana e giapponese. E poi, una cosa tira l’altra, e ho continuato con altri libri, in totale ne ho scritti 25, e poi mi sono occupato di rubriche su giornali e riviste giapponesi…

Sara Waka:  Ma la tua grammatica italiana fa schifo, come hai fatto a insegnarla in giapponese?!

(ridono)

Girolamo:  Diciamo che, vivendo in Giappone da così tanto tempo, ormai ho familiarizzato di più con la loro lingua. Comunque il mio italiano era peggiore prima, ora è un po’ migliorato soprattutto grazie al programma di lingua in televisione…insegnavo ma imparavo io stesso le regole della mia lingua d’origine.

Sara Waka:  Sei stato un….autoapprendista! (parola non pervenuta sul dizionario Zanichelli, ndr)

Girolamo:  (Ride) Sì, diciamo così. E poi il programma mi ha dato moltissima notorietà e visibilità e, tornando al discorso della moda, ho iniziato a vestire tutti i brand internazionali più importanti.

Sara Waka: E qual è il tuo preferito?

Girolamo: A me piace moltissimo Etro.

Sara Waka:  Beh, sei molto da Etro tu! Elegante, ma anche un po’ pappone. Pappone di classe però!

Girolamo:  Ahah, sì dai, è abbastanza fighetto e mi piace per questo. Poi apprezzo anche Dsquarede tanti brand italiani.

Poi, a proposito di moda, dieci anni fa, abbiamo creato un fashion magazine che si chiama LEON che presentava grandi brand italiani e internazionali.

Sara Waka:  Descrivimi un po’ questo progetto…

Girolamo:  LEON è un giornale di moda esclusivamente straniera, perché volevamo regalare ai Giapponesi il sogno di potersi sentire e di vestire come stranieri. In realtà non sono gli stranieri che insegnano ai Giapponesi come vestirsi, ma i giapponesi stessi. Sono un team di designer e stylist giapponesi che fanno un mix dei migliori brand italiani e li presentano in Giappone secondo il loro punto di vista.  Io sono sulla copertina di questa rivista da 12 anni, una cosa da Guinness Book, insomma…

Sara Waka:  Ma ci siete andati poi sul Guinness Book?

Girolamo:  No, non ci siamo andati perché per apparire bisogna pagare 15 000 euro e non hanno voluto!! (ride)

Comunque, tornando al giornale…quando l’abbiamo lanciato 10 anni fa, nessuno ci credeva. Quando fai un giornale c’è alla base un grosso investimento e di solito copri i costi iniziali dopo 3, 4 o 5 anni dalla prima uscita. Nel nostro caso, invece, è stato molto più veloce e dopo un solo anno avevamo coperto tutti i costi dell’investimento. Un vero successo insomma, che continua ancora perché LEON ha tuttora la leadership nell’editoria di moda giapponese..ed io, essendo sempre in copertina, sono diventato una sorta di trend setter…il bello è che anche se mi vesto con della robaccia, quando vado a buttare l’immondizia, sembro cool e la gente mi copia il look! Incredibile! (ride) E’ un gioco, insomma, eppure questo gioco ci ha portati lontani e abbiamo fatto lo stesso giornale in Cina, in Corea e abbiamo organizzato due grandi fashion party negli ultimi anni a Milano.

Sara Waka:  Invece, cosa ne pensi della moda in Giappone?

Girolamo:  Cio’ che mi piace del modo di vestire giapponese sono gli abbinamenti e gli accostamenti di colore che riescono a fare. E’ un talento che hanno, quello del mix dei capi e che li distingue dagli italiani che invece abbinano i vestiti in modo più classico e conservatore. Un italiano in Giappone si riconosce subito, predilige gli abbinamenti eleganti e il colore blu….è uno stile di classe, ma sempre molto statico, non cambia. I giapponesi invece hanno una declinazione più contemporanea.

Sara Waka: Sempre in tema di confronti…preferisci la donna italiana o la donna giapponese?

Girolamo:  Tutte e due! La donna italiana è bellissima, perché è passionale e quando è innamorata è drammatica e questo mi piace molto. In Giappone invece la passione femminile è diversa: in primis la donna giapponese ti sembra chiusa e timida ma in realtà non lo è…e quando la avvicini e la conosci può risultare molto esuberante,  esplosiva ma anche rompiscatole e possessiva. Questo succede soprattutto quando passa la fase iniziale della passione e inizi a viverci una relazione stabile. Ma se tieni la giapponese un po’ a distanza…vivi da Dio!

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Girolamo and I at Restaurant あんど(ANDO) in Tokyo

Sara Waka:  Ultima domanda… mi dai un bacio?

Girolamo:  Certo, ma prima dimmi se ti piace il mio profumo nuovo…

(mi chiede di annusargli il collo, e poi con uno scatto tenta di darmi un bacio sulla bocca; ma io agilmente riesco a schivarlo)

Sara Waka:  Sei tremendo, Panzetta!!

Girolamo:  Anche tu, mia cara!

 

Description & Interview: Sara Waka

Edited by: Federica Forte