È il 7 dicembre e per Milano è tempo di inaugurare la stagione della Scala. E quale opera lirica meglio della Madama Butterfly di Puccini potrebbe aprire in pompa magna le danze? Domanda retorica, nessuna.
É la versione del 1904 che é tornata in scena a Milano la scorsa settimana. E, nonostante i suoi 150 anni suonati, Cio-Cio-San seduce ancora come una giovincella econquista ben 13 minuti e 17 secondi di appassionati applausi. E pensareche, alla Prima di inizio Novecento, la stessa Madama era stata fischiata e criticata. Puccini si é preso una bella rivincita insomma.  Meglio tardi che mai.

Con l’ormai caro Direttore, alla Scala Riccardo Chailly e per la regia di Alvis Hermanis, Cio-Cio-San, interpretata magistralmente dal soprano Maria José Siri, conquista e regna sul palco della Scala. La scena, tra le porte scorrevoli, shoji,decorate da stampe giapponesi e le atmosfere del teatro Kabuki, catapulta il pubblico nel Giappone della Madama. Ma l’atmosfera nipponica si pregusta ancora prima dell’inizio dello spettacolo grazie alle superbe decorazioni in fiori di ciliegiorealizzate per la Loggia d’onore dagli stilisti Dolce & Gabbana.

Sul palco, si alternano splendidicostumi tradizionali giapponesi, ma di stili e periodi storici diversi. Ma, per chi non lo sapesse,queste incongruenzerisalgono all’epoca di Puccini che, nella scrittura della Madama, commisequalche perdonabile errore su una cultura lontana da lui. Di queste e altre imprecisioni si è parlato al simposio presso la Scala organizzato a dime novembreda Rossella Menegazzo e Alberto Bentoglio dell’Università Statale di Milano con il prezioso contributo di Takao Okamura, cantante lirico e critico filologico della Butterfly.

Dal giorno della conferenza, per tutta Milano si festeggiano i 150 anni di fratellanza tra il Giappone e l’Italia e si rivive la cultura giapponese delle geisha nel modo che la città meglio conegli : attraverso la moda, l’arte e le eccellenze culinarie. Se a Palazzo Reale si svolge la mostra su Hokusai, Hiroshige e Utamaro con le loro immagini iconiche, le vetrine degli atelier di Armani e Dolce & Gabbana si riempiono di kimono con tessuti impalpabili e floreali.

E mentre la storica Pasticceria Cova in via Montenapoleone sforna torte dal cake design dedicato al Giappone, la Rinascente decora la sua facciata su Piazza Duomo con manichini in onore aCio-Cio-San.

Con i circa due milioni di euro di incasso della Scala per la Prima e con il successo della diretta televisivala Madama dell’opera italiana conferma ciò che di lei disse Puccini:

“Non riusciranno mai ad ammazzare la mia Butterfly!”.

 

Articolo: Federica Forte
Foto: Ivan Grianti, Brescia/Amisano – Teatro alla Scala